Sinners by Amélie

Sinners by Amélie

autore:Amélie [Amélie]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2016-12-31T23:00:00+00:00


Capitolo Quindicesimo (Miriam)

“Guardate dunque accortamente che il modo in cui camminate non sia da persone non sagge ma da saggi, riscattando per voi stessi il tempo opportuno, perché i giorni sono malvagi. Per questo motivo cessate di divenire irragionevoli, ma comprendete qual è la volontà di Dio” (Ef 5:15-17).

Il giorno del matrimonio di Fabiola, la sorella di Francesca, arrivò.

«Oh, tesoro, sei bellissima» disse papà, entrando nella mia stanza.

Mi girai verso lo specchio, studiando con attenzione la mia immagine riflessa. Indossavo un lungo abito di chiffon royal blue, con scollatura a cuore e spalline sottili. Il corpetto mi calzava come un guanto, valorizzando il decolleté generoso e la vita sottile; la gonna, invece, avvolgeva con delicatezza le curve dei fianchi e del sedere e poi si allargava progressivamente, offrendomi un’ampia libertà di movimento, il che mi sarebbe servito durante i balli. Perché avrei ballato eccome, fino a distruggermi i piedi. Avevo bisogno di scatenarmi un po’ e quale occasione migliore di un ricevimento di nozze per farlo? Sollevai lo sguardo sul mio viso, annuendo soddisfatta. Avevo arricciato i capelli con il ferro, lasciandoli sciolti, e applicato un trucco a effetto che avevo imparato guardando un tutorial su Youtube. Lo smokey eyes, realizzato però con varie sfumature di azzurro, blu e nero, metteva in risalto i miei occhi, così come faceva il blush pesca con gli zigomi e il gloss color ciliegia con le labbra. Gli orecchini, composti di una cascata di fili in argento, s’intonavano con le scarpe – non troppo alte, visto che potevo già contare sul mio metro e settanta – e la borsetta microscopica.

«Davvero mi trovi bellissima?».

Papà si avvicinò a me, poggiandomi le mani sulle spalle. La sua immagine si aggiunse alla mia nello specchio e osservandolo, mi resi conto più che mai di quanto ci assomigliassimo. Ero proprio la sua versione al femminile e mi faceva molto piacere. Mi sorrise. Gli sorrisi.

«Sì, Miriam. Farai sfigurare la sposa e girare la testa a tutti gli uomini presenti. Credo che anche padre Raphael avrà difficoltà a non guardarti».

Sbiancai. Papà scherzava naturalmente, ma la sua battuta fu una pugnalata al cuore. Da quando avevo scoperto che era stato a letto con Lucia e con chissà quante altre ragazze, mi bastava sentirlo nominare per soffrire come un cane. Non avevo mai creduto possibile che si potesse amare e odiare una persona contemporaneamente, ma adesso sapevo di essermi sbagliata di grosso, perché io odiavo davvero Raphael, ma questo non m’impediva di continuare ad amarlo con tutta me stessa. L’odio era l’altra faccia dell’amore, il rovescio della medaglia che non vedevi mai, almeno fino a quando le cose tra te e la persona che amavi non andavano a rotoli. Allora ti ritrovavi ad affrontare entrambi i sentimenti, l’amore e l’odio, come stavo facendo io e potevo affermare con decisione che era un vero schifo.

«Miriam, stai bene?».

«Sì. È ora che io vada».

«Ok. Divertiti, tesoro».

«Ne ho tutta l’intenzione, papà».

Era una splendida giornata d’inizio primavera, ma faceva un caldo quasi estivo. Presi la stola, la borsetta con dentro il cellulare e le chiavi e raggiunsi la porta di casa, che papà aprì per me.



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